Santa
Rosalia è di origini normanne, apparteneva alla corte normanna ed aveva
le funzioni di damigella della Regina Margherita, moglie di Guglielmo
detto il "malo" per la ferocia con cui puniva i suoi oppositori.
Rosalia, per rango e servizio a Corte, ebbe a frequentare stanze e
saloni del Palazzo Reale, ma è da ritenere che per la sua forte
spiritualità cristiana abbia più frequentato chiese ed ambienti
religiosi piuttosto che quelli di Corte, prima di assumere la drastica
decisione di rinunciare agli agi della vita nobiliare per, da eremita,
dedicarsi alla contemplazione del Signore, secondo una sensibilità molto
diffusa in quel tempo.
Santa Rosalia, che con la sua scelta di
vita ha ispirato tanti ed importanti artisti nel corso dei secoli,
essendo figlia del suo tempo, è stata testimone
di quel mirabile "esempio
materiale di convivenza, interazione e interscambio tra diverse
componenti culturali di provenienza storica e geografica eterogenea".
"Sincretismo (che) ha generato un originale stile architettonico e
artistico, di eccezionale valore universale, in cui sono mirabilmente
fusi elementi bizantini, islamici e latini, capace di volta in volta di
prodursi in combinazioni uniche, di eccelso valore artistico e
straordinariamente unitarie" (dalla dichiarazione UNESCO di Palermo
Arabo Normanno ed i duomi di Monreale e Cefalù patrimonio universale
dell'umanità).
Molti dei monumenti che noi ascriviamo allo stile arabo normanno sono
stati costruiti o poco prima della sua nascita o durante la sua vita.
Oltre alle Chiese dell'itinerario Normanno dell'UNESCO, altre, per
piccole comunità, ne costruirono i Normanni. Molte di queste sono state
distrutte da terremoti, guerre e a causa degli interventi urbanistici
che la città ha subito nel corso dei secoli, molte altre hanno subito
radicali modifiche se non delle vere e proprie ricostruzioni, tra il
'600 ed il '770, per uniformarle agli stilemi della Controriforma
sostituendo la essenzialità delle linee e delle decorazioni medioevali
con la ricchezza compositiva asservita alla celebrazione dei trionfi del
Cattolicesimo.
In questa pagina proponiamo di rifare, da
pellegrini, i passi di S. Rosalia tra il Palazzo Reale ed i monumenti
oggi dichiarati dall'UNESCO patrimonio universale dell'umanità, ma vi
sollecitiamo ad inserire inserendo nell'itinerario anche i
quartieri popolari dell'Albergheria e Capo, che si estendono nelle loro
immediate vicinanze e che al tempo dei normanni erano già parte viva e
pulsante della città come dimostra la loro presenza con il nome di "ideisini",
per l'Albergheria, e "Seralcadio" per il Capo nella miniatura del "liber
ad Honorem Augusti" di Pietro da Eboli (XII sec.) in cui è rappresentato
il lutto della città per la morte di Guglielmo II.
Albergheria e Capo già al tempo dei
normanni sono stati i quartieri, per buona parte, degli ultimi e degli
scartati, luoghi anche di deportazione. Contrade malsane per gli
acquitrini maleodoranti ed anche malarici in cui si erano trasformati
quelle profonde rientranza di mare, che al tempo dei fenici e dei greci
avevano portato a definire la città "tutta porto", da qui il nome di
Panormus e quindi Palermo, e che al tempo dei normanni si erano già
trasformati nei due fiumiciattoli: il Papireto ed il Kemonia.
Ci piace pensare, e non siamo lontani dal
vero, che Santa Rosalia oltre a frequentare i templi con annessi
conventi di queste contrade, costruiti in gran numero dai normanni, vi
abbia esercitato l'amore verso chi era nella privazione e nella
sofferenza.
L'andare per il Capo e l'Albergheria, con
l'aggiunta della Kalsa, lo abbiamo strutturato in un itinerario alla
scoperta della devozione popolare che potrete scoprire nella pagina
"itinerario devozionale"
Il Palazzo Reale
La Reggia dei normanni è stata costruita sul punto più alto della Città
su preesistenti costruzioni puniche, romane, bizantine ed arabe poste a
difesa delle mura della città. Nel Palazzo i normanni concentrarono non
solo le funzioni di esercizio del potere ma anche gli opifici tessili
(il Tiraz) ed i laboratori reali di oreficeria. Al tempo di Santa
Rosalia il palazzo era strutturato in "edifici turriformi collegati da
portici e da giardini. ... Nello spazio antistante vi ara anche la
cosiddetta Aula Verde, di epoca anteriore, un ambiente aperto e
riccamente decorato dove il re accoglieva i suoi ospiti" (da
Palermo città d'arte di Cesare De Seta. M. Antonietta Spadaro e Detgio
Troisi).
Il palazzo nel corso dei secoli ha subito diversi rifacimenti, oggi vi
possono ammirare:
la Sala d'Ercole con dipinti di G. Velasquez che raccontano le gesta
dell'eroe mitologico, le sale del Duca di Montalto, costruite su
antiche fortificazioni, affrescate da P. Novelli, V. La Barbera e G.
Astorino, la Sala dei Viceré con ritratti di Viceré e notabili del
regno, la Sala di Re Ruggero con mosaici che si richiamano alla natura;
la Cappella della Regina con un dipinto di P. Sarullo. Altre sale degne
di menzione: la Sala Rossa usata dai Borboni come sala del trono e la
Sala Gialla con tempere di V. Riolo ispirate alle gesta dei Re Normanni
ed oggi usata come sala convegni. Nella Torre Pisana dal 1791 trova
ospitalità l'Osservatorio Astronomico. Dal 1946 il Palazzo dei Normanni
è sede dell'Assemblea della Regione Siciliana e quindi del Parlamento
Siciliano, il primo d'Europa essendo stato istituito nel 1140.
Visita a pagamento
La Cappella Palatina
Nel 1132, S. Rosalia era
appena nata, per volere di Ruggero II d’Altavilla, primo Re del regno di
Sicilia, fu costruita, all'interno del palazzo reale, La Cappella
Palatina. Un vero gioiello dello stile arabo-normanno,un esempio tra i
più alti del sincretismo tra gli stili latino, arabo e bizantino. Come
gli altri templi costruiti dai normanni, il luogo dell'assemblea dei
fedeli ha lo sviluppo della basilica latina, la parte del santuario
destinata al sacrifico Eucaristico è a pianta centrica come le chiese
bizantine ed è sormontata dalla cupola I mosaici bizantini che on
decorano la navata centrale con scene dell’Antico Testamento, continuano
con le scene della Vita di San Pietro e San Paolo, nelle navate laterali
e scene della vita di Cristo nel transetto. L’abside centrale presenta
una bella immagine del Pantokrator. Il Cristo benedicente,
l’Onnipotente, affiancato, nelle due absidi laterali, da San Paolo e
Sant’ Andrea.
Il soffitto ligneo a”muqarnas”- stalattiti- e stelle a otto punte, è
decorato con elementi della iconografia persiana. Il pavimento, coperto
da mosaici di marmi colorati, con stelle a otto punte e nastri che si
inseguono e intrecciano,doveva probabilmente sostituire i tappeti
orientali
Visita a pagamento
Chiesa di San Giovanni degl Eremiti
Costruita tra il 1130 ed 1148 da Ruggero
II, faceva parte di un complesso conventuale affidato da Ruggero ai
Benedettini. Luogo molto caro e frequentato dalla nobiltà normanna e
quindi dalla Regina e dal suo seguito, tra cui Rosalia, perché qui vi
aveva stabilito il cimitero di corte.
Risultato di varie sovrapposizioni, un
monastero bizantino, moschea, monastero benedettino, San Giovanni degli
Eremiti ha la forma di un parallelepipedo sormontato da cupolette
rosse,una delle quali sormonta il campanile, dandole l’aspetto di un
minareto. Per questo suo aspetto è diventato un simbolo dell’itinerario
arabo-normanno a Palermo.
La chiesa ha due corpi di fabbrica,una
principale, la vera chiesa di un tempo, divisa in due cubi da un arco a
ogiva e tre absidi di cui solo la centrale si apre nell’unica navata.
Immerso in un bel giardino ricco di varie piante è il bel chiostro col
pozzo centrale.
Visita a pagamento
Raccomandiamo anche la vista panormanica dal campanile della Chiesa di
S. Giuseppe Cafasso
Visiata a pagamento
La Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di S. Rosalia è stata
quella dei primi Normanni, ottenuta riportando al culto cristiano la
"grande moschea", che gli arabi avevano costruito trasformando a loro
volta l'antica cattedrale del 600.
La cattedrale, che nella foro sopra
vediamo illuminata artisticamente in occasione del 389° festino, dal
1624 è la casa di S. Rosalia, in essa nella cappella dedicata all'inizio
della navata meridioale, in una preziosa urna a reliquiario d'argento
sono custodite le sue ossa rinvenute nel Monte Pellegrino il 15 luglio
del 1624. Per arrivare in Cattedrale insieme alla Regina Rosalia
percorreva l'antica via coperta che collegava il Palzzo Reale al Tempio.
Visita tesoro, cripta, tombe reali e
tetti a pagamento
Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio
detta della Martorana
Definita da IBN Giusbair, viaggiatore arabo, "il monumento più bello del
mondo" La Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio fu edificata, quando
Rosalia era tredicenne, nel 1143 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio di
re Ruggero II, sulle antiche mura puniche della città.
Originariamente era costituita da un cubo cupolato con annesso
atrio a forma di trapezio scoperto e porticato e da una torre
d'ingresso. Nel 1484 fu ceduta alle suore del vicino convento delle
suore benedettine, fondato nel 1194 da Goffredo ed Eloisa Martorana; da
qui il nome di chiesa “Martorana”.
Nel XVI secolo l'atrio venne inglobato alla chiesa e l'impianto a croce
greca venne trasformato in basilicale con tre navate; la torre
campanaria fu utilizzata come ingresso. Nel 1750 venne creata la
facciata barocca di N. Palma, prospiciente la Piazza Bellini.
L'accesso allo spazio riservato all'assemblea dei fedeli è preceduto dal
coro, del 1588, diviso in due parti, nella parte più bassa sono state
reimpiegate le colonne dell'antico portico. Il coro è decorato con gli
affreschi di Olivio Sozzi e Guglielmo Borremans. Subito dopo il
coro sulle pareti di destra e sinistra sono rispettivamente i
mosaici di Ruggero incoronato da Cristo per affermare la concezione
teocratica della monarchia e dell'Ammiraglio Federico d'Antiochia ai
piedi di Maria.
L'originario cubo della chiesa normanna è smaterializzato dagli
splendidi mosaici con scene ispirate alla vita della Madonna e con il
Cristo Benedicente raffigurato nella sommità della cupola assiso al
trono con la terra posta ai suoi piedi, il tutto tra figure angeliche e
motivi floreali e geometrici. L'ampio presbiterio, barocco, del 1685 è
decorato con marmi mischi; sull’altare è il prezioso tabernacolo in
lapislazzuli ed il dipinto di V. Da Pavia, del 1533, che raffigura
l’”Ascensione”. La chiesa fa parte dell'Eparchia di Piana degli
Albanesi, della Chiesa Bizantina in Sicilia.