La colonna sonora della tappa:

Rosalia non ha vissuto in fuga, non ha vissuto "contro" ma "per". Anche il vivere a contatto stretto con la natura non è stata una mortificazione ed una penitenza autoinflitte ma una scelta di vita attiva e piena, una scelta di amore, di rispetto per quella che è una manifestazione della potenza creatrice di Dio e del suo grande amore per gli uomini. Mettersi sui passi di Rosalia include lo stare accanto alla nostra madre Terra, amarla, viverla senza offenderla e depauperarla, aver presente che è un bene prezioso condiviso e da condividere non solo con chi nel presente ci è prossimo ma anche e soprattutto con chi la abiterà dopo di noi.

Proponiamo qui la lettura e la riflessione sulle parole pronunciate da Don Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo nel discorso alla Città in occasione del 396° Festino:

Tu hai vissuto in quella grotta, tu, patrona di Palermo, sul monte Pellegrino. Hai vissuto in mezzo alla natura e nei pressi di un convento. Ed è come se stasera tu ci dessi così un’altra dritta, ci richiamassi ad una responsabilità fondamentale, ci mostrassi un’altra delle lezioni che dobbiamo apprendere dai giorni del coronavirus. Perché nella tua vita povera tu sei stata al contempo vicina a Dio e hai dimorato accanto alla nostra madre Terra. Quasi a riportarci alla lezione del più savio dei folli, del più umano dei santi, con il quale certamente ora tu ti intrattieni nella gloria di Dio penso ‒ lo sai bene ‒ a Francesco di Assisi. Lui povero, lui amante della povertà, lui che capì per primo e per sempre che la Terra non è un territorio da sfruttare ma è la madre e sorella che «ne sustenta e governa» (FF 263). Rosalia, gridalo con noi stasera! Grida con noi davanti allo scetticismo dei benpensanti e al criminale menefreghismo della finanza mondiale, degli adoratori del capitale, dei grandi di questo 5 mondo. Grida che la nostra madre, la nostra sorella è ferita, è morente. Grida che è lei – come ci ha ricordato un Papa che non per caso si chiama Francesco – che è lei la povera tra i poveri, il segno e la realtà di una povertà planetaria che può travolgerci, che può annientare anzitutto i piccoli e i deboli, che può rovinare il futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti. Le loro proteste, la loro consapevolezza, sono un segno dei tempi, posto tra l’altro in principio da tante e tanti giovani come te. Il nostro stile di vita è incompatibile con la sopravvivenza della Terra. E il Covid-19 ha dimostrato che siamo ormai al paradosso per cui se noi non ci siamo la Terra sta meglio e se noi la calpestiamo la Terra muore. E noi con lei. Rosalia, insegnaci tu stasera ad abbracciare la Terra, a porre segni e a fare gesti di cambiamento radicale contro le potenze di sfruttamento e di morte.

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