Santa Rosalia ed il suo tempo

Rosalia visse a Palermo tra il 1130 ed il 1170, mentre sedevano  sul trono del  Regno di Sicilia Ruggero II, fondatore del Regno, e dal 1154 Guglielmo I detto successivamente il “Malo”.

Periodo di grande splendore economico, di grande fermento culturale ed artistico ma politicamente turbolento per le minacce portate, dall’esterno al Regno, dagli imperatori Romani e di Bisanzio e per la aperta ribellione, all’interno, dei nobili baroni insofferenti verso un potere centrale molto forte.

Periodo anche di intensa spiritualità cristiana nei modi propri suggeriti dal monachesimo bizantino, precedente alla dominazione araba, e da quello occidentale, accolto con entusiasmo dai re normanni.

In questo contesto, l’eremitismo:  la scelta di una vita in solitaria preghiera e contemplazione, fu l’espressione più alta della sensibilità religiosa   del tempo.

Le notizie sulla vita di Santa Rosalia

Molto scarne sono le notizie sulla vita di Santa Rosalia. Queste furono raccolte dal gesuita Giordano Cascini che nel 1631, su mandato del Senato, scrisse "De vita et inventione S. Rosaliae virginis
panormitanae commentarium breve", la vita ufficiale di S. Rosalia, di cui, una copia, firmata dal Cardinale Giannettino Doria è stata posta all'interno dell'urna a reliquiario dove sono custodite, nella Cattedrale di Palermo, i resti mortali della Santa
Nessuna notizia si ha sulla famiglia della Santa ad eccezione della iscrizione scolpita in una grotta della in cui lei stessa si dice figlia di Sinibaldi, signore della Quisquina e delle Rose, iscrizione rinvenuta nel 1624 da due muratori e da molti ritenuta falsa.
Il Caetani, raccogliendo una tradizione orale, ci dice che ella venne a Palermo al seguito, come ancella, della regina Margherita moglie di Gugliemo I detto il Malo .
Molto probabilmente abitò in una casa della borgata dell’Olivella vicino alla prima Chiesa a Lei dedicata.

Abbandonò le umane comodità per una vita da eremita fatta di contemplazione e di solitudine.

La legenda, raccolta anche nel canto popolare di esaltazione della Santa “u Trinfu”, narra che la scelta dell’eremitaggio Le fu richiesta proprio dal Cristo, apparsole dentro lo specchio mentre ella si preparava per la cerimonia di nozze che dovevano legarla al nobile Baldovino, che La aveva avuta promessa in moglie dal Re cui aveva salvato la vita.
Molto probabilmente S. Rosalia fù monaca basiliana come la raffigura la antica pala d’altare del XIII sec.

La prima esperienza di eremitaggio S. Rosalia la condusse nel bosco di Palazzo Adriano dove un passo è ancora chiamato con il suo nome. Quindi si trasferì sulle montagne della Quisquina (tra Bivona a odierna S. Stefano di Quisquina), da qui fece ritorno a Palermo per concludere la sua vita, da eremita, sul Monte Pellegrino, montagna sacra dei Palermitani.
Sul Monte Pellegrino S. Rosalia si ritirò nelle vicinanze o proprio nella piccola Chiesa che i bizantini prima ed i normanni dopo avevano costruito là dove i Fenici avevano eretto un Santuario rupestre.
Molto probabilmente, dice il Collura, S. Rosalia negli ultimi anni della sua vita si fece murare, con pubblica e solenne cerimonia liturgica di consacrazione officiata dall’arcivescovo, in una cella poi sigillata da questo.

S. Rosalia morì il 4 settembre probabilmente nel 1170 nella grotta del Monte Pellegrino eletta a sua dimora.

Fu subito dichiarata Santa dall'Arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio, visto che il nome di S. Rosalia, Santa, lo si trova in documenti del 1196 - 1198 dei Papi Celestino III e di Innocenzo III, della Regina Costanza e di Federico II in cui si fa menzionedi terreni dedicati al suo nome presso l'isola di Capo Rizzuto in Calabria di proprietà del Monastero cistercense di S. Maria della Sambucina

Linkiamo qui sotto due video che raccontano con immagini la Vita di Santa Rosalia:

cartone animato dell'Oratorio Berbenno; fa parte del progetto "UN NOME UN SANTO - Santi e Sante di ieri e di oggi -  Lo pubblicizziamo, sebbene alcune inesattezze, perché da il senso delle virtù cristiane di S. Rosalia.

Da un'idea di Filippo Sapienza