L'11 gennaio del 1693 un violento e catastrofico terremoto scosse la Sicilia Orientale con il tragico bilancio di 60.00 morti di cui 18 mila a Catania e 60 Comuni distrutti. A Palermo la terribile scossa non ebbe conseguenze per uomini e cose tranne qualche crollo di edificio già pericolante e grande spavento come testimoniano nei loro diari il canonico Antonino Mongitore ed il gesuita Stanislao Alberti.
Lo scampato pericolo convinse i palermitani di un intervento miracoloso della propria Santa Patrona S. Rosalia che devotamente ringraziarono la stessa sera con il canto del Vespro cui parteciparono il Vicerè duca D'Ossuna, il Senato e tutti i maggiorenti della città, cui seguì il pellegrinaggio sul Monte Pellegrino, guidato da Viicerè , e la celebrazione, presieduta dall'Arcivescovo Ferdinando De Bazan, davanti alle reliquie della Santuzza custodite nella cappella reale in Cattedrale, di un solenne pontificale
L'11 febbraio dello stesso anno, per fare memoria dell'evento e ringraziare la Santa Patrona, Il senato Palermitano istituì la festa del PATROCINIO DI SANTA ROSALIA da celebrare in due giorni in modo solenne da concludere con il condurre in processione le reliquie di S. Rosalia per le vie della città nell'ora esatta del terremoto, al canto del Te Deum. Un nuovo breve Festino,
La processione si snodava per tutto il Cassaro Alto per fermarsi davanti al Palazzo di Città, accolta dallo sparo di mortaretti, per fare quindi ritorno in Cattedrale. Un rito devozionale ripetuto fino al 1866, dopo di che è caduto nel dimenticatoio per esser ripreso da qualche anno con una solenne celebrazione, l'11 gennaio, nella Cappella di S. Rosalia in Cattedrale.