L’iconografia di Santa Rosalia, che nel corso dei secoli ha subito delle evoluzioni di cui in questa pagina diremo delle più significative, ha elementi di continuità nella presenza, nelle sue raffigurazioni, della rosa e del giglio, chiaro riferimento al nome ROSALIA, del Crocifisso e del teschio, spesso anche la conchiglia, segni di riferimento alla sua scelta di vita di preghiera da eremita.
Il tema della iconografia di S. Rosalia lo trattiamo proponendo, per gentile concessione del Progetto Policoro dell'Arcidiocesi di Palermo, le tavole della mostra sulla iconografia di S. Rosalia che si è tenuta nel 2015 nei locali delle scuderie di Palazzo Alliata Villafranca in Palermo, di cui offriamo anche il link per scaricarle in formato PDF (cm. 70 x 100)
XIII secolo - Santa Rosalia Basiliana
Il primo dipinto (sotto riprodotto) dedicato a S. Rosalia, della Scuola Siculo Bizantina ed oggi custodito nel Museo Diocesano di Palermo, è del XIII secolo, a testimonianza che la devozione alla Santa è subito successiva alla sua morte. S. Rosalia vi è raffigurata insieme ai Santi Oliva, Elias e Venera, in abiti da monaca basiliana, quale, molto probabilmente, dovette essere, secondo il modello di spiritualità prevalente a Palermo nel XII secolo. L’iconografia è stata ripresa ancora più avanti nel tempo, vedi la tela di Ignoto del XVI sec. custodita a Casa Professa in Palermo di cui a fianco è riprodotto il particolare della figura della Santa.
Santa Rosalia in abiti basiliani con i Santi Oliva, Elias e Venera
Dipinto su Tavola di Pittore ignoto del XIII sec.
Palermo, Museo Diocesano
Santa Rosalia in abiti basiliani
Pittore ignoto del XVII secolo
Palermo, Casa Professa dei Gesuiti
XIV e XV secolo - Santa Rosalia in vesti gentilizie
Nel XIV e XV secolo il culto della Santa si diffonde fuori della Sicilia, anche per la presenza a Palermo di importanti colonie di mercanti, come quella dei Pisani dalle cui chiese provengono ben quattro dipinti a lei dedicati. Rosalia è tema di ispirazione per i grandi artisti del tempo come Antonello da Messina, il Ghirlandaio, il Trani. L’iconografia della Santa si “secolarizza in vesti gentilizie ” (Anna Barricelli, da “La Rosa dell’Ercta)
Santa Rosalia
particolare del dipinto di Francesco Traini del XIV sec.
Pisa, Museo Nazionale
Santa Rosalia e San Lorenzo
Particolare del dipinto di Lorenzo Bigordi, il Ghirlandaio, XV sec.
Pisa, Museo Nazionale
Santa Rosalia nella Sacra Conversazione
Tavola di pittore ignoto toscano del XV sec.
Pisa, Museo Nazionale
XVI secolo - Santa Rosalia in abiti gentilizi - benedettini e francescani
Nel XVI secolo l’iconografia di S. Rosalia poco si modifica rispetto al secolo precedente, come testimonia il delicato dipinto di Riccardo Quartararo, di cui qui è riprodotto il particolare della Santa. Il Collura nel suo libro dedicato a Santa Rosalia ci segnala di questo periodo alcune raffigurazioni della Santa in abiti monacali benedettini e francescani, questi ultimi successivi all’affido ai francescani del Monte Pellegrino.
Santa Rosalia riceve la Benedizione dal Santo Bambino e il bastone del pellegrino da un Angelo
particolare del dipinto di Riccardo Quartararo del XVI sec.
Palermo, Galleria Regionale di Sicilia
Santa Rosalia in abiti benedettini
Ignoto (XVI sec.)
Capua, monastero di S. Giovanni
Santa Rosalia in abiti francescani
Ignoto (XVI sec.)
Palermo, Santuario del Monte Pellegrino
XVII secolo - Santa Rosalia contemplativa dopo il ritrovamento delle sue spoglie mortali nella grotta del Monte Pellegrino
Al gesuita Giordano Cascini, che importantissimo ruolo ebbe nella gestione del il rinvenimento nel 1624 sul Monte Pellegrino delle ossa di S. Rosalia, si deve la scrittura dell'agiografia della Santa, fin qui affidata alla tradizione orale, e da qui l'evoluzione della sua iconografia che si arricchisce dei segni che ne testimoniano la vita contemplativa e penitenziale ed il ruolo fondamentale di salvatrice della città.
Nel 1627 il Cascini pubblica le incisioni che illustrano la vita di S. Rosalia, ma l'iconografia contemplativa della Santa Eremita si trovano già nella tela di Vincenzo La Barbera, commissionatagli dal Senato Palermitano e condotta in processione il 4 settembre del 1624. Oltre alla comparsa del giglio per la prima volta S. Rosalia viene raffigurata con il teschio poggiato sul Vangelo e colta nel momento in cui, in preghiera, si rivolge alla SS. Trinità per implorare la salvezza di Palermo che appare sullo sfondo con il Monte Pellegrino ed il porto.
Nel 1629 la vita e le incisioni del Cascini furono stampate in molti importanti Centri Europei, tra cui Anversa, ispirando qui tanti artisti tra cui è lecito pensare anche Antonio Van Dick, a Palermo nel tempo in cui scoppiò la peste del 1624, e che ricevette numerose commesse da facoltosi e devoti palermitani di opere che celebrassero S. Rosalia, Patrona e Salvatrice della Città.
Abbandonati i riferimenti agli Ordini Basiliano e Benedettino, S. Rosalia è quasi sempre raffigurata indossando il saio francescano.
Santa Rosalia intercede per Palermo
Vincenzo La Barbera, 1624.
Palermo, Museo Diocesano
XVII secolo - Antonio Van Dyck
Assunzione di Santa Rosalia
Antonio Van Dyck, 1624
New York, Metropolita Museum
S. Rosalia con i Santi Domenico, Caterina Cristina, Oliva, Ninfa, Agata, Sebastiano e Rocco intercede per Palermo presso la Madonna del Rosario con Gesù Bambino
Antonio Van Dyck, 1628
Palermo, Oratorio del Rosario
Incoronazione di Santa Rosalia
Antonio Van Dyck, 1629
Vienna, Kunsthistorisches Museum
XVII secolo - Pietro Novelli
Grande è stata l’influenza esercitata da Van Dyck tra quanti pittori dopo di lui si diedero a raffigurare S. Rosalia. Tra questi da segnalare il Walsgart, Mattia Preti e soprattutto Pietro Novelli, il monrealese, che del Maestro di Anversa, oltre agli elementi iconografici, trasse il gusto del “modus pingendi a chiazze e rapide pennellate in una atmosfera di calde e sensuali tonalità” (Vincenzo Abate, da “La Rosa dell’ercta”)
La Madonna tra Santa Rosalia e San Giovanni Battista
Pietro Novelli, 1973
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia
XVIII sec. - Santa Rosalia nel trionfo
Nel XVIII secolo dopo che nel secolo scorso era stato celebrato il ruolo di mediatrice di Santa Rosalia gli artisti si dedicano a rappresentare il momento della trionfo celeste suo e della Chiesa. Tancredi, Vito D’anna, Borremans, De Matteis, Manno, Lo Zoppo di Ganci, Fedele Da San Biagio, Serenario insieme alle loro scuole e botteghe ne sono i principali interpreti.
Chiudiamo la mostra sulla iconografia di S. Rosalia con la foto del dipinto di Giuseppe Velasco, custodita nella Cattedrale di Palermo e molto cara ai palermitani.
Trionfo di Santa Rosalia
affresco di Filippo Tancredi, 1700 (circa).
Palermo, Oratorio Ss. Pietro e Paolo
Santa Rosalia
dipinto di Giuseppe Velasco, XIX sec.
Palermo, Cappella di S. Rosalia in Cattedrale